“Siate fieri del vostro impegno: il sangue è ancora oggi componente non sostituibile nelle terapie, specie quella del trapianto di cellule staminali.”
Prosegue il ciclo di interventi di alcune tra le più rappresentative personalità del mondo scientifico, accademico e professionale voluto dalla Associazione per promuovere una sempre maggiore cultura della donazione. Inaugurato con il contributo della Prof.ssa Zini, Direttore Emotrasfusionale (UOC) della Fondazione Policlinico Gemelli Università Cattolica del S. Cuore di Roma, ospitiamo oggi la riflessione del Prof. Marco Vignetti, Vice Presidente Nazionale AIL - Associazione Italiana contro le leucemie - linfomi e mieloma ONLUS:
"Viviamo un’epoca di grandi cambiamenti nella medicina. Questa frase è vera per noi, oggi, ma lo è stata anche per i nostri genitori, nonni e via dicendo. È il segno dell’evoluzione della medicina, della scienza, dell’uomo stesso. Ma è certamente vero che oggi, noi possiamo anche affermare che gli avanzamenti nella cura delle malattie del sangue sono talmente rilevanti da non avere eguali nel passato. Siamo entrati nell’era della medicina di precisione, nella medicina che permette di colpire uno specifico bersaglio molecolare con estrema efficacia. Siamo nell’era in cui si inizia a ipotizzare come curare ogni persona sulla base del suo personalissimo profilo genetico e della sua peculiare espressione della malattia. E se quello è il futuro, nell’immediato la ricerca ci consente di ingegnerizzare le stesse cellule immunitarie del paziente, riprogrammarle per colpire i giusti obiettivi. Tutto questo ha un riscontro tangibile nella cura delle leucemie. Pensiamo, per esempio, agli inibitori di tirosin chinasi che hanno rivoluzionato la terapia delle forme di leucemia Ph+ (Philadelphia positive). In poco più di un decennio siamo arrivati a controllare una forma di malattia molto seria, che metteva a concreto rischio la vita dei pazienti. Siamo arrivati ad un punto in cui la vita del paziente può arrivare ad essere praticamente normale, a fronte dell’assunzione giornaliera di una compressa. Non siamo arrivati a guarire ma siamo riusciti a cronicizzare la malattia, a fermarla, renderla quieta anche per anni. Purtroppo però, come spesso accade in medicina, un ottimo risultato è comunque frutto di una media. Succede quindi che se per alcune forme di malattia il paziente può quasi dimenticare di essere malato, in altre forme come le leucemie acute, la risposta al trattamento può risultare temporanea ed è quindi necessario effettuare un trapianto di cellule staminali. Ed è qui che emerge tutta l’importanza e la potenza dell’atto della donazione, perché nonostante tutta la scienza, la tecnologia e l’impegno di decine di migliaia di ricercatori, ancora oggi il sangue risulta essere un componente non sostituibile per numerose terapie, non ultima quella del trapianto. Siate quindi fieri del vostro impegno, consapevoli del reale impatto che la vostra generosità ha sulla vita di tante persone, che forse non conoscerete mai, ma che certamente vi ringrazieranno con un pensiero.”
Alla stesura dell’articolo ha collaborato Giulio D'Alfonso, biologo, Centro Dati GIMEMA